I Solisti Aquilani in “Histoire du Soldat” di Igor F. Stravinskij

una nuova produzione dei Solisti Aquilani per “I Cantieri dell’Immaginario” 2022

Artisti

ANDREA VITELLO

direttore

I SOLISTI AQUILANI

Daniele Orlando violino

Giacomo Piermatti contrabbasso

Luca Cipriano clarinetto

Marco Ciamacco fagotto

Andrea Di Mario cornetta

Giovanni Dominicis trombone

Marco Crivelli percussioni

 

MARIA CRISTINA GIAMBRUNO

traduzione, drammaturgia e regia

con

GRAZIANO PIAZZA

CLAUDIA MUZI

 

Costumi ed elementi scenici

MARIA GRAZIA CIMINI

 

ANDREA VITELLO

 

Andrea Vitello ottiene una reputazione internazionale grazie al suo CD con I Solisti della Scala edito da Warner Classics, acclamato dalla critica con parole quali: “colpisce per l’autorevolezza esecutiva” (Enrico Girardi, il Corriere della Sera), “raggiunge i più alti standard di intonazione e insieme ” e “meravigliosamente lirico e dettagliato” (Remy Franck, Pizzicato), “Pungente e rifinita concertazione” (Angelo Foletto, La Repubblica). È regolarmente ospite di istituzioni quali l’Orchestra Sinfonica di Budapest MAV in Ungheria, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo e l’Orchestra da Camera Fiorentina in Italia, la Filarmonica di Lomza in Polonia. Apprezzato sul podio per le sue qualità musicali e direttoriali, dopo una fortunata tournée italiana dell’Orchestra Sinfonica MAV di Budapest che ha toccato sale quali il Teatro Petruzzelli di Bari e la Sala Verdi di Milano, viene invitato dall’Orchestra Filarmonica di Nizza, l’ERT Orchestra Nazionale della Radio Televisione Greca, dalla Filarmonica di Sofia e dall’Opera di Plovdiv. Negli Stati Uniti ha diretto l’Histoire du Soldat presso la Carnegie Hall di New York in una fortunata produzione con la voce recitante di John Palladino e diretto la prima esecuzione newyorkese di “The Bronze Age” di TristaN Murail. In Russia debutta con la Filarmonica di Khabarovsk iniziando subito dopo una collaborazione con l’orchestra de “I Solisti Russi” che dirige in un memorabile tour culminato in un concerto presso la Filarmonica di Perm trasmesso in diretta televisiva in tutta la vasta regione. Musicista estremamente versatile, come Direttore Artistico del concorso Antal Dorati du Budapest ha dimostrato un approccio innovativo alla programmazione e allo sviluppo del pubblico, ottennedo grande successo mettendo assieme capolavori come La Mer di Debussy e il Concerto per Orchestra di Bartók con musiche di compositori emergenti e mettendo assieme sullo stesso palcoscenico musicisti come Peter Eötvös e Tamás Vásáry. Entusiasta interprete del repertorio contemporaneo, ha diretto prime esecuzioni di autori quali Peter Eötvös, Tristan Murail, Oliver Schneller, Andrea Portera, Alessio Elia e ama scoprire e promuovere giovani compositori. È stato premiato per due volte con le “5 Stelle” dalla rivista Musica per le sue incisioni del Pierrot Lunaire di Schönberg (con la voce di Anna Clementi e l’Ensemble BIOS) e l’Ottetto di Peter Eötvös (con. I Solisti del Teatro alla Scala di Milano). Andrea è un convinto ambasciatore della musica italiana e ha riscoperto e diretto numerose opere di compositori italiani quali Giovanni Sgambati, Giuseppe Martucci, Guido Alberto Fano, Silvio Omizzolo, Mario Pilati, Gian Francesco Malipiero. Incide per Warner Classics, Tactus, Continuo Records e Amadeus. Viene sovente invitato come membro della giuria di concorsi per direttori d’orchestra quali European Union Conducting Competition, Almaty International Competition for Conductors, Concorso Internazionale Giancarlo Facchinetti per direttori di musica contemporanea.

 

MARIA CRISTINA GIAMBRUNO

Drammaturgo e regista, Maria Cristina Giambruno ha maturato la propria formazione artistica e culturale con, fra gli altri, Antonio Calenda, Nicola Ciarletta, Maurizio Costanzo, Anna Laura Messeri, Franco Passatore, Roberto Rossellini, Giuliano Scabia, Maria Signorelli, Luigi Volpicelli Luc Fritsch, David Butler e Saidj Lassad. Nel 1978 è stata tra i fondatori de L’Uovo Teatro Stabile di innovazione. Ha scritto oltre settanta lavori teatrali, ha curato la regia, la versione italiana e/o la riduzione e l’adattamento di ottanta spettacoli di prosa, la regia teatrale di produzioni televisive e di alcuni concerti sinfonici per un totale di più di seimila repliche in tutta Italia e all’estero (Cina, Francia, Polonia, Svizzera, Ungheria, Grecia, Albania, Croazia, Spagna), riscuotendo ovunque ampi e unanimi consensi di pubblico e di critica e ricevendo i premi: Prix du Jeune Public (Alès – Francia) per lo spettacolo “La Bella e la Bestia”, Premio Antifavola (Teatro di Roma) per lo spettacolo “Spocchio ranocchio” e il Biglietto d’oro Agis per il miglior indice di fruizione dI pubblico fatto registrare dal Teatro San Filippo nella stagione 1994/95. Dal dicembre 1984 è Socio della Società Italiana Autori e Editori. Dal 1996 è docente di Tecniche Riabilitative di Animazione Teatrale nel Corso di Laurea Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università dell’Aquila. Ha curato la direzione artistica della Scuola di teatro istituita dalla Municipalità di Pergine Valsugana (Trento). È stata docente di mimo nella Scuola di Cultura Drammatica dell’Aquila e nella Scuola di Recitazione del Teatro Marrucino di Chieti. Ha svolto, inoltre, attività drammatica all’interno degli istituti carcerari abruzzesi, dal 1995 al 2009, formando attori/detenuti alcuni dei quali impiegati come professionisti in produzioni teatrali. La sua versatilità creativa spazia dal gesto puro – che armonizza con la musica nella composizione pantomimica, raggiungendo alti livelli di poeticità – al testo drammatico, i cui contenuti – legati per lo più alla concretezza delle problematiche sociali – tratta con amabile linguaggio, per un verso essenziale e per un verso ricco di riferimenti poetici e di richiami letterari, ma sempre ironico e fantasiosamente articolato, realizzando una sintesi ideale fra contenuto e forma. Questa sintesi sta alla base della sua concezione drammaturgica. Ha diretto e lavorato con numerosissimi artisti, fra i quali, Mario Zucca, David Riondino, Giobbe Covatta, Ana Karina Rossi, Giorgio Barberio Corsetti, Cristian Carrara e con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, I Solisti Aquilani e la Società dei Concerti “B. Barattelli”.

 

GRAZIANO PIAZZA

Attore e regista prevalentemente teatrale, nato a Domodossola, cresciuto a Torino, si avvicina al teatro da bambino grazie al mimo Marcel Marceau con il quale partecipa a un seminario sulla maschera neutra. Ancora al liceo, viene scelto da Ugo Gregoretti come giovane attore per lo sceneggiato televisivo Il Conte di Carmagnola, con Vittorio Gassman. Inizia a lavorare al Teatro Stabile di Torino prima ne Il mio regno per un cavallo, di Franco Passatore, poi nel 1985 con Mario Missiroli nello Zio Vanjacon attori esordienti. Da lì intraprende una carriera prevalentemente teatrale incontrando grandi maestri della scena nazionale e internazionale come, Peter Stein nel 1989 (Tito Andronico, Pentesilea nel ruolo di Achille, I Demoni, Der Park) , Benno Besson nel 1991 (Mille franchi di ricompensa, Tuttosà e Chebestia scritto da Coline Serreau), Luca Ronconi nel 1996 (protagonista di Venezia Salva, Infinities, Odissea doppio ritorno), Anatolij Vassil’ev (studio su Il Gabbiano), Massimo Castri (Il Misantropo), Federico Tiezzi (protagonista de Il Paradiso di Dante, l’Adelchi, Passaggio in India, Calderón), Giancarlo Sepe e la sua Comunità teatrale con il quale partecipa a spettacoli su Beckett, Brecht fino a Fitzgerald per la Versiliana. Nel 2000 è protagonista al Teatro greco di Siracusa, con Oreste per la regia di Piero Maccarinelli e nel 2005 è Achille nella Pentesilea di Peter Stein a Epidauro in Grecia, ma recita anche al Lincoln Center di New York, all’Odéon di Parigi, al Teatro Argentina di Roma, al Piccolo Teatro di Milano. Alterna spettacoli classici a una ricerca di personaggi dalla forte connotazione contemporanea e sociale, come nel monologo Schifo di Robert Schneider, per la regia di Cesare Lievi in prima nazionale in Italia, o Marx a Soho di Howard Zinn, con la regia di Giancarlo Nanni, portando il teatro tra bocciofile, piscine, discoteche, birrerie, cucine di mense popolari, chiese sconsacrate, vivendo la necessità di comunicazione attiva e di coinvolgimento diretto con lo spettatore. Questa ricerca si sviluppa anche da un punto di vista musicale, in diversi melologhi, con musicisti del calibro di Michele Campanella (Enoch Arden), Salvatore Sciarrino per il Ravenna Festival curato da Cristina Muti, Fabio Vacchi (In prima mondiale: Lo stesso mare di Amos Oz). Lavora anche con giovani registi affermati del panorama italiano come Daniele Salvo,con cui è Re Lear al Gigi Proietti Globe Theatre, ma anche Marc’Antonio nel Giulio Cesare sempre al Globe, e il vecchio de Il vecchio e il mare di Hemingway con il Centro Teatrale Bresciano. Ma anche con Lina Prosa, autrice che spicca nel panorama italiano come protagonista di due delle sue principali produzioni: Lampedusa Way e Pentesilea, entrambi al fianco di Maddalena Crippa. Accogliendo l’idea di un Teatro di Regia per un ensemble che lavora insieme e partecipa di una visione comune si confronta a volte, oltre che con i grandi protagonisti, anche con ruoli meno centrali mettendo il suo talento al servizio del tutto, e confrontandosi sul palco con mattatori della scena quali Glauco Mauri, Giorgio Albertazzi, Gabriele Lavia, Eros Pagni, Franca Nuti, Giulia Lazzarini. Questo lo porta anche a sviluppare una propria visione registica avvicinandosi inizialmente alla drammaturgia contemporanea con autori come Jane Cox (Il desiderio di conoscere), Copi (La donna seduta) e Theo Van Gogh nello spettacolo Intervista tratto dall’omonimo film, con cui Viola Graziosi vince il Premio Adelaide Ristori come miglior attrice del Mittelfest 2013. Per il Ravenna Festival cura la regia di Gerusalemme perduta dai testi di Paolo Rumiz, con musiche di Sasha Karlic, rappresentato anche al Piccolo Teatro di Milano. Nel 2015 cura la regia dell’Aiace di Jannis Ritsos scegliendo di far interpretare il monologo all’attrice Viola Graziosi, capovolgendone la visione: la donna sulla porta che ascolta come indicato dalla didascalia di Ritsos diventa la protagonista che ripercorre le parole e le gesta dell’eroe suicida fino ad assumerne quasi le sembianze e prendere il centro della scena. Il sodalizio con Viola Graziosi lo porta a sviluppare percorsi registici e creativi originali che indagano il femminile nella sua liquidità come in Offelia Suite, dal testo di Luca Cedrola, musicato da Arturo Annecchino di cui ha curato l’ideazione, lo sviluppo e la regia, creando una monoopera, “opera per strumento attorale e sonoro”, che si avvale anche della tecnologia olofonica e di un percorso sensoriale e poetico di grande sensibilità. Lo spettacolo trilingue tuttora in tournée è valso all’attrice protagonista il prestigioso premio Actress of Europe. Commissiona poi il testo Elena tradita all’autore Luca Cedrola che permette al personaggio di Elena di Troia di dire la sua verità, di trovare quelle parole che gli antichi le hanno negato, interpretando lui stesso in scena con la Graziosi, Kairos, il tempo ora. Sempre come regista si avvicina anche ai testi classici trovandone sempre una necessità contemporanea come in Misura x Misura di William Shakespeare ritradotto da lui volendo mettere in luce la parte esoterica del linguaggio shakespeariano. La traduzione è stata pubblicata dalla casa editrice Tlon in un volume a cura di Igor Sibaldi : Misura per misura, Elogio dell’impossibile. Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Antico di Segesta e al Teatro India di Roma. Recentemente porta in scena The Handmaid’s Tale, spettacolo tratto dal romanzo Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood che vede Viola Graziosi nei panni di Di Fred in un monologo sconvolgente che ha debuttato nel 2019 al Napoli Teatro Festival con grande successo (tuttora in tournée). Nel 2021, sempre con Viola Graziosi, inaugura la stagione del teatro Antico di Segestacon Orfeo ed Euridice dal mito ai nostri giorni, tratto dal monologo Lei dunque capirà di Claudio Magris e dall’opera di Gluck insieme all’Orchestra Barocca Siciliana. Come attore interpreta Menelao al Teatro Greco di Siracusa nelle Troiane di Euripide dirette da Muriel Mayette-Holtz, e Taltibio nelle Troiane nell’adattamento di Angela De Mattè per la regia di Andrea Chiodi con il Centro Teatrale Bresciano. Nel 2021 con il Teatro Nazionale di Genova è Cristoforo Colombo nello spettacolo In Situ, scritto e diretto da Nathalie Fillion, per il Progetto G8, mentre per il Teatro Biondo di Palermo è protagonista insieme a Viola Graziosi dello spettacolo Fellini Dream, scritto e diretto da Emiliano Pellisari con la compagnia No Gravity. Nella primavera del 2022 riscuote un grande successo come Tiresia nell’Edipo Re di Robert Carsen. Da anni porta avanti anche un’attività di scultore partecipando alla Biennale degli Artisti del Mediterraneo di Bologna nel 1989, e allestendo mostre a Roma e Prato. Sua l’opera per il Premio Internazionale Ivo Chiesa per il Teatro Nazionale di Genova.Svariate sono le apparizioni televisive e cinematografiche. Ultimamente per la Rai è il protagonista dell’ultimo episodio de Il Commissario Montalbano, Rete di protezione, diretto da Alberto Sironi con Luca Zingaretti. Partecipa alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Valzer di Salvatore Maira (Premio Pasetti della critica). Con il cortometraggio La Resa di Luca Alcini vince il premio miglior attore allo Short International Film Festival di Gradec. Svolge anche attività pedagogica in varie accademie pubbliche e private. Collabora assiduamente con Radio 3 per programmi come: il Teatro di Radio 3, Uominie profeti, Ad alta voce.


Brani

Histoire du soldat

Testo di Charles-Ferdinand Ramuz

Musiche di Igor Stravinskij

 


Altre informazioni

Histoire du soldat, storia da leggere, recitare e danzare in due parti, è un’opera da camera composta da Igor’ Fëdorovič Stravinskij su libretto in francese di Charles-Ferdinand Ramuz.

Può sembrare bizzarro che un’opera così straordinaria sia nata, anche, per un motivo così talmente ordinario … la necessità di guadagnarsi la sopravvivenza in tempi molto duri. Infatti, dopo la rivoluzione russa del 1917, Stravinskij – che dal 1915 si era trasferito in Svizzera con la sua famiglia – si trovò privo di risorse finanziarie … ma non era il solo: alcuni suoi amici svizzeri versavano nelle stesse ristrettezze. Tra questi c’erano lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz e il direttore d’orchestra Ernest Ansermet.

Stravinskij e Ramuz, in comunità di condizioni e intenti, decisero allora di creare un’opera teatrale itinerante, che richiedesse pochi mezzi e, ovviamente, poco danaro per l’allestimento.

Il progetto era di presentare codesta agile opera in tutta la Svizzera, spostandosi di paese in paese. Ansermet avrebbe dovuto essere l’impresario e il pittore René Auberjonois lo scenografo e costumista. Reperire finanziatori non fu cosa facile, ma alla fine la “folle iniziativa”, come Stravinskij stesso ebbe a definirla, guadagnò interesse e appoggio dall’industriale Werner Reinhart che, inoltre, era un ottimo clarinettista dilettante. Concordarono una rappresentazione che richiedesse pochi strumenti, pochi musicisti e pochi personaggi, dando spazio a una breve scena di mimi e danzatori.
Stravinskij scelse come testo una storia tratta da una raccolta di fiabe popolari russe di Aleksandr Nikolaevič Afanas’ev.  Lavorò alacremente su due racconti “Il soldato disertore e il diavolo” e “Un soldato libera la principessa”, ispirate vagamente al mito di Faust, e infine ne parlò con Ramuz che sposò il progetto e si mise immediatamente alla stesura del libretto. Musicista e scrittore lavorarono in stretta collaborazione per tutti i primi mesi del 1918. Naturalmente, trattandosi di una rappresentazione itinerante, Stravinskij scelse strumenti facili da trasportare: un violino e un contrabbasso, tra i legni, un clarinetto e un fagotto tra i fiati, tra gli ottoni una cornetta e un trombone e un solo musicista per alcune percussioni. E, mentre componeva l’opera, Stravinskij imparò a suonarli … sinché il 3 settembre 1918 la composizione fu pronta.

E nel teatro Municipale di Losanna, l’opera fu eseguita per la prima volta il 28 settembre 1918, con la direzione di Ernest Ansermet, scene e costumi di René Auberjonois.

 


Dove e quando

28 Luglio 2022 - 21:30
L' Aquila, Auditorium del Parco